giovedì 17 dicembre 2020
Viggo Johansen - Girotondo attorno all'albero di Natale
domenica 29 novembre 2020
William Turner - Pescatori in mare
William Turner e la perfezione della luna
William Turner - Pescatori in mare |
domenica 15 novembre 2020
Alfred Sisley - Sentiero a Louveciennes
La passeggiata autunnale di Sisley
Percorrere un sentiero in autunno somiglia molto ad un viaggio in un regno della fantasia: attraverso una dimensione della natura che assolutamente non è possibile contemplare se non in questo periodo, vediamo colori incredibili, profumi particolari, immagini uniche. L'autunno cambia il nostro modo di percepire le cose al di fuori di noi non solo emotivamente, ma anche e soprattutto a livello sensoriale.
La terza stagione dell'anno ci rende infatti più attenti, in una fase liminare che ci colloca esattamente a metà tra i ricordi dell'estate e i pensieri dell'inverno. L'autunno è un tramite, un messaggio. Un avviso al tempo che cambia, come la vita delle persone. Proprio Alfred Sisley, nel suo immenso talento, ci rende questo a portata di mano descrivendo con grande sapienza questa bellissima immagine di Louveciennes, bellissimo villaggio della Francia settentrionale a cui il pittore inglese di stampo impressionista era molto legato.
Il quadro "viaggia" letteralmente con l'osservatore: noi stessi siamo nella tela e camminiamo su questo sentiero. La tecnica di Sisley, già in questa opera assolutamente evoluta, riesce a rompere la profondità portando lo spettatore a proiettarsi lungo il viale, in un gioco di linee e simmetrie che rendono chiaramente l'intento di muovere l'azione. Il quadro infatti non è statico, ma ci obbliga a camminare dentro esso, grazie anche ad alcune figure che si snodano lungo la strada, e che contribuiscono ad arricchire l'esperienza viva di questo dipinto.
Alfred Sisley - Sentiero a Louveciennes |
giovedì 5 novembre 2020
John Atkinson Grimshaw - Rimpianti d'autunno
Il potere riflessivo dell'autunno nell'opera di Grimshaw
domenica 25 ottobre 2020
Edward Hopper - I Nottambuli
La visione della solitudine moderna in Hopper
Cosa ci sta dicendo Hopper con questo quadro?
I suoi nottambuli, o ancor meglio, Nighthaws - Falchi Notturni come titolo originale dell'opera, prendono vita nel 1942, in questa famosa opera che è esposta nell'Art Insitute di Chicago. Il quadro venne realizzato da Hopper che fece da modello di sè stesso grazie ad uno specchio (l'uomo con il naso adunco al centro, da qui il titolo "falchi", che guarda verso il basso) e alla collaborazione di sua moglie Josephine. Vediamo chiaramente la scena in modo molto semplice: tre individui sono all'interno di un locale insieme al barman, è notte, le strade sono vuote.
Pochi elementi che però dicono molto: l'opera infatti va assolutamente studiata nella sua completezza ed espansione spaziale, andando a guardare proprio fuori del ristoro per capire meglio il suo senso, che è di autentico silenzio. Il quadro parla attraverso il non detto della strada vuota, del piccolo riquadro in cui sono contenuti i personaggi, la perfetta centralità dell'individuo seduto di schiena di cui non riusciamo a cogliere alcun particolare riconoscibile. Le quattro figure nonostante siano insieme nello stesso spazio, appaiono vuote, sole, e quasi distanti: lo scopriamo nel volto dell'uomo dal naso adunco che guarda verso il basso, mentre a fianco a lui la donna dai capelli biondi appare intenta a fare altro. Lo stesso barista appare distante dai suoi avventori, come avvertisse il disagio di quel momento e dell'ora tarda in cui quei suoi clienti notturni vanno a trovarsi lì.
E' un dramma fatto di solitudine, di individui che non condividono più nulla se non un luogo, ma senza essere realmente vicini. Hopper in questo quadro descrive l'anomia e l'assenza vitale della società americana dei suoi anni, ma il quadro oggi è perfettamente attuale.
Come i protagonisti del quadro infatti, ci troviamo oggi soli di fronte ad una società che ci appare sempre più lontana e che fagocita l'individuo nella sua grandezza (pensiamo proprio alla grande dimensione che il pittore mette nel descrivere il contesto a discapito dei quattro personaggi), un periodo storico più grande di noi dove anche chi ci sta accanto è distante e deve restare tale. Alla ricerca, tutti, del senso e di una soluzione al buio che ci avvolge: e che forse è una luce, come quella del bar di questo quadro, in grado di illuminare un notte così silenziosa.