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lunedì 31 dicembre 2012

Pierre-Auguste Renoir - "Danza a Bougival"


Buon 2013 amici sognatori!

Ci lasciamo alle spalle un altro anno. Particolare quanto difficile.
In un anno accadono molte cose, anche se a ben vedere il tempo passa velocissimo: incontriamo persone, viviamo storie, drammi, ci confrontiamo ogni giorno con qualcosa che non avevamo previsto, siamo importanti e inutili allo stesso tempo, ci illudiamo di aver trovato una soluzione ai nostri problemi e in realtà non abbiamo fatto altro che complicarli ancora di più, alcuni riescono addirittura a  ricordarci e dimenticarci di noi in pochissimo tempo, quasi da non credere. Bisogna tuttavia accettarlo e andare avanti.
Passiamo dalla risata alla rabbia, dalla sicurezza alla tremenda indecisione, ad avere tutto chiaro in mente, provato e riprovato all'esasperazione, e poi nel momento topico non esprimerci mai come avremmo voluto.
Il 2012 ha raccontato per me tutto questo, regalandomi, come è nella vita di tutti, alti e bassi, luce e buio, speranze e delusioni, oppure illusioni che sono diventate speranze e di nuovo delusioni. Un bagaglio dal quale ho imparato molto per non commettere gli stessi errori e fare scelte più intelligenti e più giuste.
Non è allora un caso che per festeggiare la fine di questo anno così turbolento, ho scelto un quadro bello, colorato, pieno di brio e gioia così come una festa e il ballo sanno esserlo, dipinto dal bravissimo Renoir, capace come vi avevo raccontato di saper cogliere l'essenza del momento con rapidi e decisi tocchi del pennello. Solo gettandoci nelle nostre passioni, perennemente alla ricerca dell'Amore, nella bellezza del calore umano e della gioia della musica troveremo il cammino più bello e sereno per affrontare nel modo migliore questo 2013 che sta iniziando.
E che sia un anno luminoso per tutti, amici sognatori!
Renoir, danza a Bougival Auguri per un sereno 2013!
Renoir - Danza a Bougival


venerdì 28 dicembre 2012

John Atkinson Grimshaw - "Elaine"


Elaine, la Dama di Shalott nell'opera di Grimshaw

Dopo lo struggente quadro sulla Deposizione di Atala, vi propongo oggi l'opera di un pittore inglese nato a Leeds nel 1800, John Atkinson Grimshaw (1836-1893), artista di epoca vittoriana ricordato sopratutto per la sua grande capacità di riprodurre paesaggi notturni nel massimo realismo, scene ambientate nelle marine e nei porti, e temi tratti dal mito di re Artù e le leggende gaeliche.
Ammiratore in un primo momento delle tecniche preraffaellite,(una confraternita di ispirazione precedente a Raffaello Sanzio) Grimshaw dipingeva la sua città, ma anche Londra, all'interno delle situazioni più verosimili, descrivendone perfettamente l'atmosfera, la nebbia e il fumo, e donando tuttavia elementi improvvisi di calore all'interno di contesti urbani e quotidiani. Nonostante spesso il silenzio che regnava nelle sue opere, otteneva comunque lo scopo di non raffigurarle mai come momento di solitudine interiore o come spunto critico alla società anomica e industriale in cui viveva
Successivamente nelle sue tele comparvero scene dettagliate dedicate all'impero greco e romano, arrivando poi ad elaborare degli splendidi dipinti ispirati ai soggetti letterari di Longfellow e Tennyson, noti poeti inglesi dell'epoca. In particolare delle creazioni del secondo, dalla cui ballata "The Lady of Shalot", è tratta l'immagine di oggi.
La storia narra della giovane Elaine di Astolat, costretta a guardare il regno di Camelot attraverso uno specchio per via di una maledizione che la ucciderebbe all'istante. Elaine vive la sua vita rinchiusa in una torre sul fiume Shalott, tentata perennemente dal desiderio di vedere il mondo di fuori nella sua totale realtà e senza distorsioni causate dal riflesso.
La donna resisterà fino all'incontro con Lancillotto, il cavaliere della Tavola Rotonda: capendo di non poter più fare a meno di guardare con i suoi occhi la realtà per non vivere nella finzione, decide di osservare Camelot senza l'uso dello specchio. Fuggita immediatamente dalla torre, la giovane trova una barca e si lascia trasportare lungo il fiume, spegnendosi lungo il tragitto cantando una canzone triste. Giunta l'imbarcazione proprio sulle rive di Camelot, la "Dama di Shalott" arriva ormai morta proprio davanti agli occhi di Lancillotto.
Il quadro deidcato ad Elaine di Astalot dipinto da John Atkinson Grimshaw
Grimshaw - Elaine


lunedì 24 dicembre 2012

Michelangelo Merisi da Caravaggio - "Natività"


Caravaggio, Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi

E'arrivato il Natale e per festeggiare degnamente questo evento così speciale Sogno Dentro Un Sogno vi regala una autentica perla: la natività del piccolo bimbo Gesù dipinto da Michelangelo Caravaggio, quadro che venne trafugato nel 1969 nella Chiesa di San Lorenzo a Palermo e che non fu mai ritrovata. Vi racconterò presto la storia, ma per ora....
Un caro augurio di Buon Natale a tutti gli amici sognatori!

Michelangelo Caravaggio Natività con i Santi Lorenzo e Francesco d'Assisi
Caravaggio - Natività

martedì 18 dicembre 2012

Mark Rothko - "Number 10"


Rothko, l'emozione diretta e astratta

Torniamo ora alla pittura astratta presentandovi il lavoro di Mark Rothko (1903-1970), artista di notevole spessore internazionale classificato come espressionista di stampo moderno, nato agli inizi del ventesimo secolo in Lettonia e che poi si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti alcuni anni dopo.
Nel 1928, dopo aver abbandonato gli studi a Yale e fatta la conoscenza del filosofo ed economista Max Weber alla Arts Students League, fece la sua prima esposizione. Nel 1935 fondò il gruppo The Ten, interamente dedicato all'ambito dell'astrazione e dell'espressionismo.
Il suo lavoro si è sempre incentrato sull'emozione diretta, pura così come essa si pone all'osservatore, dipingendo a tale scopo tele di canapa di grosse dimensioni, ma con pochi colori di grande intensità e particolari spesso infinitesimali all'occhio e difficilmente comprensibili ad un primo sguardo. proprio la sua tecnica avrà il suo punto massimo evolutivo negli anni Quaranta, adoperando grandi rettangoli cromaticamente composti realizzati con stile leggero e fluttuante.
Rothko morì suicida dopo aver vissuto gran parte della sua vita in deboli condizioni fisiche e soggetto a crisi depressive, realizzando opere da record come un suo quadro, White Center, che è stato battuto all'asta lo scorso 2007 da Sotheby's (New York) di quasi 73 milioni di dollari. Le disposizioni a riguardo della sua eredità furono per molti anni causa di una famosa disputa giudiziaria.
Mark Rothko e la sua opera Number 10, composizione di espressionismo astratto
Rothko - 10

John Martin - "Apocalisse"


L'Armageddon secondo John Martin

La violenza della Terra, la distruzione totale del mondo, uomini in fuga senza speranza: l'Armageddon è giunto, la fine dei giorni e l'inizio di una nuova era si affacciano all'orizzonte mentre tutto crolla e ogni speranza appare perduta.
Una visione terrificante descritta in maniera complessa nelle Sacre Scritture, dove l'Apostolo Giovanni descrive il Giudizio Universale, la Grande Tribolazione a cui gli uomini saranno sottoposti prima di affrontare la nuova vita ultraterrena del Regno dei Cieli. E' anche la visione dei Maya e del loro calendario, che prevede la fine del lungo computo (la loro antica misura del tempo) per dare inizio all'Era dell'Acquario.
La conclusione di tutto è qualcosa che affascina e spaventa gli uomini allo stesso tempo, sopratutto i fan del 21 dicembre 2012, data in cui tutto dovrebbe giungere al termine.
Ed è stata anche fonte di ispirazione per alcuni bravissimi pittori, come quello che vi presento oggi, John Martin (1789-1854), bravissimo studioso di architettura e tecniche della prospettiva che divenne famoso proprio per le sue tele di grandi dimensioni raffiguranti episodi biblici (come ad esempio la distruzione di Sodoma e Gomorra) rappresentandoli in tutta la sua forza, con fragorosa esplosione di colori e la forte drammaticità dell'evento che raccontano.
L'Apocalisse descritta dal pittore inglese John Martin
John Martin - Apocalypse Tate

sabato 8 dicembre 2012

Pinturicchio - "L'Annunciazione"


"Come avverrà questo? Poiché non conosco uomo"

Nella festività di oggi dedicata alla Vergine Maria vi propongo oggi una bellissima opera di Bernardino di Betto Betti detto il Pinturicchio (1452-1513) raffigurante l'episodio tratto dal Vangelo di Luca in cui è descritto l'incontro della futura madre di Gesù con un Angelo giunto a lei per recarle la notizia del concepimento immacolato (celebrato il 25 marzo di ogni anno, ovvero nove mesi prima del 25 dicembre).
Nel lavoro, custodito nella Cappella Baglioni nella Collegiata di Santa Maria Maggiore a Spello, vediamo sulla sinistra l'Angelo intento a dare annuncio alla Madonna, sorpresa mentre è intenta alla lettura. Sull'estremità destra del dipinto vediamo una mensola con alcuni libri e un dipinto appeso, che altro non è che un autoritratto dell'artista denominato Pinturicchio per via della sua statura minuta.
L'Annunciazione dell'Angelo a Maria sulla nascita di Gesù secondo l'opera del Pinturicchio
Pinturicchio - Annunciazione

giovedì 6 dicembre 2012

Wilhelm Amberg - "Leggendo il Werther di Goethe"


Amberg: cinque ragazze, cinque modi di leggere un libro

Cinque splendide ragazze ritratte in questa opera del pittore tedesco Wilhlelm Amberg (1822-1899) mentre leggono il famoso romanzo epistolare di Goethe "I dolori del giovane Werther", la storia di una delusione d'amore (Werther è un intellettuale nato in Germania che si innamora della giovane Lotte, che non può ricambiarlo perché promessa sposa  al fidanzato Albert) ma anche dell'impossibilità dell'uomo di separare le esigenze dell' ambizione da quelle spesso contrarie dettate dai sentimenti. 
Amberg deve la sua formazione all'Accademia delle Arti di Berlino, città in cui era nato, girando tuttavia il mondo trasferendosi e lavorando a Parigi e anche in Italia, visitando Roma, Venezia e Napoli e facendo del suo stile un arte poliedrica, visiva, sempre tesa a rappresentare il gusto contemporaneo con tematiche piacevoli e dai soggetti trattati quasi sempre narrativi e raffinati.
Il pittore tedesco amava molto il colore come indicatore del fascino di un opera, per mostrarla sempre agli occhi dell'osservatore in una candida e immediata poesia tanto da far apparire ogni scena in modo armonico dove ogni elemento è collegato a tutti gli altri.
Proprio in questo quadro vediamo un esempio del grande talento di questo artista capace di rappresentare lo stesso atto "dividendo" l'atteggiamento delle cinque ragazze alla lettura, in cui riusciamo a scorgerne l'interesse al limite del passionale della giovane con le mani giunte, il distacco (la fanciulla sulla sinistra che guarda vagamente davanti a sé), l'attenzione della ragazza con il cappello, la lettura personale e solitaria della compagna alle spalle di tutte e quella più concentrata della donna vestita in blu che tiene il libro in mano, addentrandosi nei segreti del testo.
Il quadro del pittore tedesco Wilhelm Amberg leggendo il Werther di Goethe
Amberg - Leggendo il Werther

sabato 1 dicembre 2012

Jan Vermeer - "Il Bicchiere di Vino"


Vermeer, il pittore della trasparenza

Torniamo di nuovo in Olanda per ammirare la tecnica e la concezione artistica di Jan (Johannes) Vermeer (1632-1675), le cui origini sono poco note e avvolte nel mistero
: di lui fino alla giovane età si sa solo con certezza la data del suo battesimo, il 31 ottobre 1632.
Di famiglia protestante, Jan sposò una giovane ragazza cattolica Catherina Bolnes, ma si trattò di un matrimonio sfortunato, dettato dalle grandi differenze economiche (la famiglia della donna era più ricca di quella del pittore) e religiose, anche se alcune fonti contemporanee parlano di una conversione cristiana di Vermeer.
Importante tuttavia per lui fu la madre di Catherina, tale Maria Thins, una vedova protestante che aiutò Jan economicamente per il suo successo come pittore e nella sua vita di coppia, accompagnata da ben 14 figli. In onore della donna, Vermeer chiamò non a caso la sua prima figlia con il nome della nonna. Nonostante un discreto successo, l'artista morì povero, sconfitto dalla imprevista congiuntura economica sfavorevole causata dall'invasione francese nel territorio olandese, che svalutò notevolmente l'acquisto di beni di lusso come opere scultoree e pittoriche. Alla sua morte, Catherina utilizzò numerosi quadri del marito per pagare i creditori.
La tecnica di Vermeer è unica nel suo genere, usando una particolare tecnica denominata pointille (colore a punti piccoli e ravvicinati) in grado di creare l'effetto di trasparenza. Il risultato nelle sue opere, che posso essere attualmente ammirate a Roma nell'omonima mostra delle Scuderie del Quirinale fino al prossimo 20 gennaio 2013, è quello di dare vividezza e colorazioni  così fresche, piene di aria.
Il successo di Vermeer all'epoca fu oscurato da un abile falsario, Han Van Megereen, che riuscì a vendere numerose sue opere spacciandole per lavori inediti del grande pittore olandese, che fu riscoperto progressivamente nell'Ottocento per giungere alla fama dei giorni nostri.
Il bicchiere di vino, il quadro del pittore olandese Jan Vermeer
Vermeer - Il bicchiere di vino

martedì 27 novembre 2012

Marcus Larson - "Oceano all'alba"


Larson, il pittore del mare

Il tumulto della marea rappresenta spesso la continua guerra che combattiamo con il nostro cuore, scosso e spinto da uno scoglio all'altro in preda alla forza che la vita oppone su di noi. E' una frase ovvia dire che siamo come una barca in mezzo al mare, ma indica perfettamente l'impossibilità di poter avere il controllo di qualcosa, qualsiasi cosa. Siamo preda del vento e della forza dell'acqua. Ed è per questo che oggi ho scelto questo bravissimo pittore svedese, Simeon Marcus Larson (1825-1964), per raccontarvi questo stato d'animo.
Larson era figlio di un bracciante, ma in cerca di lavoro a Stoccolma conobbe un fabbricatore di selle che gli insegnò i primi rudimenti della pittura. In seguito l'artista frequentò la prestigiosa Royal Swedish Academy Arts, in cui prese l'importante decisione di dedicare la sua intera vita alla produzione artistica. Fuori dall'Accademia andò a Helsinborg per insegnare pittura, e proprio in quella località iniziò a raffigurare paesaggi oceanici, tanto da essere identificato come un pittore marino, sopratutto dopo un successivo viaggio a Copenaghen dove affinò ulteriormente la tecnica per descrivere questo ambiente con i pennelli grazie all'aiuto di un altro artista specializzato in visioni di mare, Vilhelm Melbye
Negli anni successivi viaggiò per la Norvegia per studiare fiumi, scorsi e sopratutto le cascate, prima di far ritorno in Svezia, dove nonostante il suo talento e alcune fortunate esposizioni morì quasi dimenticato a causa della tubercolosi, dopo che un incendio aveva distrutto la sua villa svedese dove il pittore aveva pensato di istituire una scuola di pittura.
Il quadro di Marcus Larson raffigura l'alba sul mare con una barca che va a fuoco
Larson - Alba marina

venerdì 23 novembre 2012

Raimundo de Madrazo y Garreta - "Lezione di musica"


Raimundo, un pittore sofisticato

Voliamo oggi in Spagna per parlarvi del realismo di Raimundo de Madrazo y Garreta (1841-1920), pittore le cui esperienze formative  e la formazione familiare (nato a Roma in una famiglia di artisti, tra cui il cognato Mariano Fortuny) lo hanno portato a sviluppare un stile di arte figurativa tra i più noti nel campo delle produzioni del diciannovesimo secolo.
Nel 1860 si trasferì a Parigi dove ebbe modo di distaccare la propria tecnica pittorica dai canoni tradizionali e accademici (che aveva imparato nell'Accademia di san Fernando) approdando ad uno stile morbido, molto raffinato e preciso in cui le opere raggiungevano un alto grado di sofisticatezza tanto da essere molto richiesto nelle esposizioni francesi e americane (Raimundo si era recato spesso a New York). Produsse nella sua carriera poco meno di cinquemila opere
Curiosamente l'artista non ha mai partecipato ad una esposizione in terra di Spagna, pur raccontandola attraverso i colori accesi dei suoi lavori, gli abiti dalla foggia elegante, gli atteggiamenti quotidiani e spontanei dei suoi soggetti. Nel 1882 fondò insieme a Giuseppe de Nittis L'Esposizione Internazionale di Pittura con lo scopo di promuovere gli artisti stranieri a Parigi.



La lezione di musica il quasdro del pittore spagnolo Raimundo de Madrazo y Garreta
Raimundo de Madrazo y Garreta - Lezione di musica

lunedì 19 novembre 2012

Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson - "Deposizione di Atala nella tomba"


Atala e Chactas: il lato drammatico dell'amore

Qualche tempo fa, con il bellissimo quadro di Chagall dedicato agli amanti al chiaro di luna, avevamo parlato del lato più romantico ed elevato dell'amore, quello che travalica la sua stessa concezione materiale e terrena per arrivare ad un grado più intimo e spirituale. Tuttavia, il quadro di Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson (1767-1824)che vi propongo oggi, e del quale ringrazio la carissima Valeria Minicilli per avermelo segnalato, ci offre un aspetto dell'amore completamente differente, da ribaltare addirittura quanto abbiamo detto finora.
E'il lato drammatico del sentimento, che vediamo benissimo nel sacrificio che Atala fa per non volersi concedere al giovane indiano Chactas, per colpa di un voto di castità che sua madre aveva fatto per lei all'atto della sua nascita. Il ragazzo, secondo il romanzo di François-René de Chateaubriand, era stato catturato dalla tribù della ragazza (era la figlia, di religione cristiana, del capo), e solamente per mezzo della sua intercessione era riuscito a salvarsi dalla pena di morte, finendo per tornare a casa insieme a lei.
Atala e Chactas nel tragitto avranno più volte modo di consumare il loro reciproco amore, senza tuttavia mai riuscirci per via di una misteriosa resistenza di lei a concedersi. Solamente l'intervento del missionario padre Aubry svelerà l'arcano e Atala, spinta dal desiderio di amare con tutta sé stessa Chactas, ma impossibilitata per via del voto di sua madre, decide di togliersi la vita.
Un amore così forte da uccidere, una trama che incontriamo in tantissime grandi opere letterarie come Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca, Tristano e Isotta ed Orfeo ed Euridice. Ma che in questo quadro colpisce con incredibile realismo: Chactas sofferente tiene per le gambe il corpo ormai senza vita di Atala tenendo il volto e le braccia giunte su di lei, quasi a volerla trattenere su questa terra. Il volto triste di padre Aubry, con gli occhi e la bocca chiusa, come se avesse scelto il silenzio per non disturbare il riposo ultraterreno della giovane.
Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson fu un pittore di stampo romantico che nella sua vita artistica cercò un suo stile personale, etereo per i suoi lavori, famosi soprattutto per la sua veridicità, così intima da svelare l'anima dei personaggi che ritraeva.

Il quadro di Girodet de roussy raffigurante la deposizione di Atala con l'indiano Chactas e il missionario padre Aubry
Girodet de Roussy - I funerali di Atala


domenica 4 novembre 2012

I maestri dell'animazione - Studio Ghibli - "La collina dei papaveri"


Studio Ghibli, un matrimonio tra cinema e animazione

Con oggi apriamo una nuova sezione di Sogno Dentro Un Sogno, dopo quella dedicata ai maestri del fumetto domenicale (con i quali torneremo molto presto) e alle opere di arte visiva non legate necessariamente alle produzioni su tela. L'arte infatti è poliedrica, investe tanti campi di applicazione e molto spesso il disegno è la base portante di elevati capolavori cinematografici: film di animazione, anime giapponesi, lavori in cui realismo e fantasia si intersecano e si sposano perfettamente tra loro.
Proprio a tale proposito, come primo ospite ho pensato al famoso Studio Ghibli, da anni operante nel campo degli anime (pellicole di animazione giapponesi)e noto ormai in tutto il mondo per il grande impegno che i suoi collaboratori hanno sviluppato per la diffusione di questo genere. Proprio il 6 novembre del 2012 uscirà in tutte le sale cinematografiche "La collina dei papaveri", ultimo lavoro in ordine di tempo dello staff fondato dal regista e fumettista Hayao Miyazaki nel 1985.
La bellezza del lavoro dello studio Ghibli (parola che in italiano sta ad indicare il vento caldo proveniente proprio dall'omonimo deserto, lo scirocco, scelto proprio da Miyazaki per il suo passato di aviatore) sta nel fatto di operare ancora sul campo del disegno a mano, in totale contrapposizione alla tecnologia di computer grafica digitale.
Tra i tanti film prodotti dai nipponici, ricordiamo "Ponyo sull scogliera" del 2008, "Arrietty" del 2010, "Il castello errante di Howl" del 2004.
Miyazaki e Studio Ghibli nel capolavoro la collina dei papaveri
Studio Ghibli - La collina dei papaveri

venerdì 2 novembre 2012

Robert Henri - "Ritratto di Gertrude Vanderbilt Whitney"


Henri, il maestro del nuovo accademismo

Vi parlo oggi di un bravissimo pittore e insegnante americano nato a Cincinnati che fu una figura di enorme importanza all'interno del movimento artistico della scuola di Ashcan (il cui scopo si incentrava nelle opere d'arte rappresentative della vita quotidiana di New York nei suoi quartieri più poveri): Robert Henri (1865-1929), figlio di John Jackson Cozad, fondatore, nel 1871, della città di Cozadale (Ohio).
Proprio durante una disputa degenerata in lite sul possesso di un terreno il padre del giovane Robert sparò ad un allevatore e fu costretto a fuggire a Denver, in Colorado, dove poco tempo dopo lo seguì il resto della famiglia.Sarà solo nel 1883 tuttavia, con l'ennesimo trasferimento dell 'intero nucleo familiare nel New Jersey, che Henri inizierà la sua carriera artistica producendo i suoi primi lavori ed entrando nel 1886 alla prestigiosa Accademia della Pennsylvania,dove abbracciò le correnti dell'impressionismo viaggiando anche all'estero arrivando in Italia e Francia.
Nel 1892 divenne insegnante di design per donne all'interno della scuola di design di Philadelphia.
In breve tempo lo studio dove Henri lavorava divenne meta di incontro per molti artisti contemporanei, nel quale si ridiscutevano tecniche e lo stesso impressionismo venne rivisto e valutato in base alle nuove concezioni che le numerose letture artistiche proponevano: venne quindi ridefinito come "nuovo accademismo".
La pittura di questo poliedrico artista (visse viaggiando moltissimo e organizzando mostre, rassegne, convegni sempre all'insegna dello sviluppo della tecnica e della filosofia dell'arte in continua evoluzione) è sempre tesa a rappresentare realmente ciò si mostra davanti al pittore: niente interpretazioni, ma la semplice visione esattamente come essa è: l'arte non deve essere separata in nessun modo dalla vita, così come la pittura equivale a dipingere unicamente solo quello che si percepisce dal vivo e senza intermediazioni.
La donna raffigurata nell'opera proposta oggi è Gertrude Vanderbilt Whitney, scultrice e mecenate americana che fondò a New York nel 1931 il Whitney Museum of American Art.
Henri, ritratto di Gertrude Vanderbilt
Henri - Gertrude Vanderbilt


domenica 28 ottobre 2012

Egon Schiele - "Paesaggio Boemo" (Tramonto Autunnale)


Il dramma dell'esistenza nei colori di Schiele

Una giornata autunnale degna di questo lavoro di Egon Schiele (1890-1918), pittore e incisore austriaco pupillo di Gustav Klimt, la cui vita è stata empre segnata da contorni mistici e misteriosi, morendo all'età giovanissima di 28 anni. Nel suo lavoro Schiele comunicava l'ansia di vivere, la deformazione e l'introspezione psicologica dell'individuo, la distorsione e la comunicazione del disagio interiore proprio ed umano attraverso l'uso del nudo, sia maschile che femminile, spesso ritratti in modo contorto e quasi mai nella loro completa interezza. Molti lo collocano nel movimento Espressionista.
Il talento di questo artista fu notato dal padrino alla morte del padre Adolf, che faceva il capostazione. In giovane età aveva infatti già iniziato a dipingere, producendo almeno trecento dipinti e tremila opere su carta, e nel 1906 fece il suo ingresso all'Accademia delle Belle Arti di Vienna. Tuttavia, l'entrare nel prestigios istituto comportò un feroce distacco dalla madre, che accusava il figlio di averla lasciata praticamente sola.
Schiele tuttavia si distaccò presto dagli insegnamenti dell'Accademia, cerando al di fuori di essa l'ispirazione artistica necessaria, raffigurando la natura con colori anticonvenzionali. E' di questo periodo l'incontro con Klimt, il cui comune interesse per il disegno dei nudi e della sessualità maschile fece nascere tra loro una grande e reciproca amicizia.
Proprio Klimt iniziò ad aiutare il giovane Schiele nel suo lavoro, organizzandogli mostre, presentandogli delle modelle e facendolo finanziare da alcuni mecenati.
L'espressionismo del maestro austriaco è tagliente, incisivo: la tela è uno spazio vuoto dove si giocano i drammi interiori del'esistenza, in cui il colore stesso diventa un elemento autonomo, segno di disfacimento e di lotta continua tra la vita e la morte. Proprio per via della sua morte prematura Schiele non fu immediatamente compreso dai suoi contemporanei, che lo definivano un pittore frustrato e dallo stile incomprensibile e scioccante, alienato dalla società in cui viveva.
Egon Schiele Paesaggio boemo tramonto autunnale
Schiele - Paesaggio boemo


venerdì 26 ottobre 2012

Arte Visiva - Ombre Cinesi


La magia delle ombre cinesi

L'arte di disegnare con l'uso dell'ombra.
Le ombre cinesi nascono in Cina moltissima anni fa e venivano spesso ammirate in teatrini ambulanti molto simili a quelli utilizzati per le marionette. La maggior parte di questi prodigiosi spettacoli avveniva durante i periodi di importanti festività e quasi sempre vicino a teatri, mercati, templi e zone di grande affollamento.
Lo svolgimento di uno spettacolo era molto semplice: dietro una grande parte bianca gli attori utilizzavano personaggi di legno (successivamente di cuoio) illuminati da una lampada, che aveva così in questo modo la possibilità di "proiettarne" l'ombra, rendendoli di dimensioni più grandi del reale rispetto all'occhio dello spettatore.
La prima ombra della storia, secondo la leggenda, pare sia stata Li Furen, la concubina dell'imperatore cinese Wudi. La storia narra che alla morte della donna, restando il sovrano molto triste per la sua scomparsa, i suoi eunuchi fecero scolpire una statua di legno ad immagine della donna e ne fecero proiettare l'ombra su una tenda.
L'imperatore credeva così di incontrare lo spirito della sua amata.
Teatrino delle Ombre Cinesi
Teatrino delle Ombre Cinesi















martedì 23 ottobre 2012

Hans Anderson Brendekilde - "Sentiero boschivo in autunno"


Sguardo d'autunno nell'opera di Anderson

Nel guardare questo quadro si respira l'odore dell'autunno, le sue splendide sensazioni, la malinconia che coglie il senso dell'inevitabile scorrere del tempo, la fine delle belle giornate estive, il buio che arriva sempre prima della luce. Il silenzio trasportato dal vento, come foglie morte che non hanno più una casa dove andare.
Imbattersi quasi per caso in questa opera, frutto del lavoro del pittore danese Hans Anderson Brendekilde(1847-1952), artista amante della pittura di paesaggi e di raffigurazioni di realismo sociale, come la raffigurazione di contadini nel corso del loro lavoro nei campi, significa scoprire ancora una volta la bellezza della natura nelle sue più semplici manifestazioni: un viale alberato, una donna seduta su una panchina che volge la testa alla sua sinistra, dove due figure sullo sfondo sembrano avvicinarsi lentamente.
Intorno, foglie, alberi, colore di vita e morte che circondano tutto il contesto, che sembra quasi "invaso" da tanta melanconica bellezza, quasi a dire che la natura è sempre intorno a noi, ci abbraccia, ci accompagna nel corso della nostra esistenza, esattamente come recita questo antico haiku giapponese di Matsuo Bashõ:

Inizio d'autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo
Un sentiero in autunno dipinto dall'artista Hans Anderson
Anderson - Sentiero in autunno



lunedì 22 ottobre 2012

Frida Kahlo - "Le due Frida"


Una Frida amata, e l'altra no

Nella nostra esistenza siamo come questo quadro dipinto dalla bravissima Frida Kahlo, della quale avevamo parlato qualche tempo fa. Amiamo quello che abbiamo e odiamo quello che non possiamo avere, soprattutto in amore, la cui forza è capace di muoverci a fare cose di cui spesso non siamo realmente capaci.
L'amore spesso ci stravolge la realtà, la disturba a tal punto da crearne addirittura un altra, una visione, un film mai girato prima, una storia che potrebbe essere scritta ma che non è mai venuta in mente a nessun narratore.
Frida dipinse questo quadro dopo il divorzio da suo marito, il pittore Diego Rivera, dopo una storia di amore tanto appassionato quanto difficile e sofferto, tanto i due si tradivano e si amavano nello stesso tempo. Proprio per questo la pittrice si è rappresentata sdoppiata, una vestita con i tipici abiti messicani, intenti a tenere in mano un piccole medaglione con la foto del marito, ancor desiderata da quest'ultimo.
L'altra, con abiti più europei, collegata alla sua gemella tramite una grande arteria che però, come vediamo nelle forbici in basso, sempre voler tagliare per fermare l'afflusso del sangue. O ancor meglio, del dolore di essere stata abbandonata.
Lo sguardo di tutte e due le donne è il medesimo, e non è rivolto ad altri se non allo spettatore, che proprio in questo modo può entrare nella grande intimità di questo quadro e percepirne ogni sensazione, ogni aspetto del dramma di un amore ormai finito: una Frida amata, e l'altra no. Non più.
L'opera di Frida Kahlo le due Frida, una amata, l'altra no
Frida - Le due Frida

martedì 16 ottobre 2012

Aubrey Vincent Beardsley - "La toeletta di Salomè"


Il bianco e nero di Salomè

"Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco non sono niente".
In queste parole si racchiude la stravagante personalità di Aubrey Beardsley, illustratore, scrittore e pittore inglese (1872-1898) che fu molto influente negli ambienti teatrali all'epoca di Oscar Wilde.
Interessanti a tal proposito, i lavori che realizzò per la rappresentazione teatrale di Salomè (opera di Wilde) e da cui oggi è tratta una delle sue più simpatiche illustrazioni
Beardsley non visse a lungo, ma nei suoi ventisei anni riuscì a contraddistinguere il suo lavoro per le numerose contraddizioni figlie del suo tempo (fu accusato da molti suoi contemporanei di essere omosessuale e di aver avuto addirittura una relazione incestuosa con sua sorella minore Mabel): una società, quella inglese, capitalista e che iniziava allora ad abbracciare il gusto dell'imperialismo: un armonia contrapposta al disordine, all'incertezza determinata dal mercato e dagli scambi commerciali tra nazioni e culture diverse: un bianco e nero che Beardsley utilizzerà a tale scopo proprio nei suoi disegni.
L'artista era grande amico di Oscar Wilde e fu proprio per questo nel 1893 realizzò per lui le immagini dedicate alla prima rappresentazione dell'opera, che si tenne in Francia. Amava molto lo stile e i colori di taglio giapponese che utilizzava proprio nelle sue campiture piatte (copertura con colorazione uniforme di uno spazio delimitato in precedenza).
La vignetta di Beardsley la toeletta di Salomè
Beardsley - Salomè


lunedì 15 ottobre 2012

Edouard Cortes Leon -"Place Vendome sotto la pioggia"


Cortes, il poeta della pioggia

Quanta poesia nella pioggia. Ogni goccia di essa ha la sua storia, come le infinite vite degli uomini.
Per questo come in un baleno, l'unico quadro che oggi poteva comparire tra i nostri sogni non poteva che essere questo magnifico lavoro di Edoaurd Cortes Leon (1882-1969), un pittore impressionista di Parigi definito un poeta dai suoi contemporanei proprio per la magia che era in grado di immortalare nelle sue tele.
Cortes si definiva un artista indipendente, alla continua ricerca di una sua tecnica personale, una scoperta continua delle potenzialità del colore, tanto da autodefinirsi spesso, proprio ai suoi interlocutori, "uno studente di me stesso".
Il quadro di cortes: Place Vendome sotto la pioggia
Cortes - Place Vendome sotto la pioggia


sabato 6 ottobre 2012

Piet Mondrian - "Composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu"


Mondrian, il padre del design

La storia di Piet Mondrian (1872-1944) è la storia di un pittore che da impressionista è diventato padre del moderno design, tanto il suo stile e la sua tecnica si sono evolute per aprirsi a nuovi orizzonti tematici. La semplicità apparente di questo quadro proposto oggi quindi non deve ingannare, perché frutto di una forte riflessione che l'artista ebbe in più di 30 ani di lavoro incessante e di studio analitico del colore
Il Mondrian impressionista è stato un bravissimo realizzatore di tele, tra cui bellissimi mulini e paesaggi con alberi, influenzato dalla campagna della sua nazione natale, l'Olanda. La svolta tuttavia che cambiò completamente il suo stile fu l'incontro con il cubismo, che lentamente cambiò la realizzazione e le forme delle rappresentazioni nelle sue tele, che iniziarono ad assumere nei contenuti forme geometriche sempre più definite e pigmentazioni sempre più nette.
Fu alla fine del 1919, al termine della Prima Guerra Mondiale e totalmente immerso nella cultura parigina di quel periodo (Mondrian si era infatti stabilito in Francia per la seconda volta dopo il 1912) che iniziò a produrre composizioni a carattere interamente geometrico, con piani interamente incastrati tra loro, esprimendo in questo modo l'idea di una natura ridotta ai suoi elementi più basilari, alle sue rappresentazioni più elementari, in un armonia di forme perfettamente inserite nel loro contesto e coerenti alla ricerca della verità assoluta degli oggetti.
Ancora adesso le sue opere sono fonte di ispirazione per l'arte moderna, così come il suo stile a griglia, spesso utilizzato nelle creazioni stilistiche, e non, di design.
Mondrian composizione con piano rosso grande, giallo, nero, grigio e blu
Mondrian - Composizione

giovedì 27 settembre 2012

Marc Chagall - "Amanti al chiaro di luna"


Il misterioso angelo di Chagall

L'amore è un legame tra due persone che celebrano la loro unione con il cielo. Solo che troppo spesso lo dimentichiamo e uccidiamo il presente per cercare il paradiso.
E'quello che mi è venuto in mente la prima volta che mi è stato indicato questo quadro, dove un uomo e una donna uniti in un tenero, intenso abbraccio, si ritrovano sotto lo sguardo illuminato della luna. L'uomo guarda verso il cielo, lei guarda il suo amore. Proprio sotto di loro, un misterioso angelo pare quasi fuggire dalla coppia, quasi a volerli lasciare rapidamente soli.
E'stato il bravissimo Marc Chagall a dipingere quest'opera, condensando in essa tutto quello che il suo cuore poteva dire e che voleva esprimere, in una esaltazione dell'amore (in particolare per la sua donna, Bella, scomparsa prematuramente e a cui l'artista aveva dedicato grandissima parte della sua produzione pittorica) che va oltre il quotidiano e si eleva dove solo una forza così intima riesce ad andare.
Perfino un angelo, la creatura per eccellenza più vicina al cielo, al contatto con questa realtà diventa quasi "umano", di minor importanza rispetto all'uomo, così fuori luogo da dover fuggire via furtivamente. E'questo allora il destino ineluttabile dell'uomo: la continua ricerca dell'altra metà di noi, che è l'unica strada per volare in alto. E ancor meglio di queste mie parole, ho trovato quelle di una donna eccezionale per esprimere questa visione: Alda Merini.

"E' in queste ore di tenebre
 che ti vengo a cercare. 
Ovunque comincia la fuga d'amore
tra me e te:
 io che entro nel tuo sonno, 
 e quando tu sogni i demoni,
 i demoni della tua morte, 
 e ti senti lontano da Dio, 
 io ti resuscito il giorno."
Chagall amanti al chiaro di luna
Chagall - Amanti al chiaro di luna

venerdì 21 settembre 2012

Paul Klee - "Notte in città"


Klee e la pittura come discorso della realtà

Ernst Paul Klee (1879-1940), pittore tedesco che nella vita si occupò, oltre a splendidi lavori come quello che vi propongo oggi, anche di poesia e musica. Fu un esponente dell'astrattismo, corrente artistica che dava pieno risalto alla realtà come sua rappresentazione discorsiva e non una semplice riproduzione fatta dal suo creatore: i suoi quadri sono infatti essenziali, spesso rarefatti o ridotti allo stato di linea, elementari e comunque semplici, una coerenza di stile che si ritrova anche nei materiali che il pittore sceglieva per dipingere: tela, carta di giornale, juta o cartoncini. La sua passione per l'arte nacque nell'Accademia delle belle arti di Monaco di Baviera e successivamente nel 1911, quando fece la conoscenza di autori del calibro di Kandinskij. Fu poi un viaggio nel 1914 a dare a Klee l'esatta concezione di ciò con cui poteva esprimere il suo talento, affermando egli stesso di essersi impadronito del colore durante un soggiorno a Tunisi. Una delle sue più celebri frasi rende ancor meglio l'idea di chi fosse veramente e che concezione aveva del suo lavoro questo straordinario pittore:

«Dietro la varietà delle interpretazioni c’è un ultimo segreto e la luce dell’intelletto si spegne miseramente».
Paul Klee notte in città di sogno
Klee - Città di Sogno

sabato 8 settembre 2012

Caspar David Friedrich - "Viandante sul mare di nebbia"


L'inafferabile immensità della natura secondo Friedrich

Il quadro di Friedrich "Viandante sul mare di nebbia"
Friedrich - Viandante
Cosa siamo davanti alla natura?
L'opera di oggi ci pone ancora una volta di fronte alla grandezza dell'esistenza, che troppo spesso non siamo capaci di osservare con ampiezza, lasciandoci abbandonare il più delle volte alla stretta superficialità. E'solo nei panni del viandante che possiamo allora trovare la conoscenza profonda delle cose, abbandonandoci alla contemplazione meravigliosa di tutto quello che ci circonda.
Proprio come in questo quadro di Caspar David Friedrich (1774-1840), realizzato su tela nel 1818 e che ritrae un uomo vestito di scuro che si staglia su un orizzonte roccioso ricoperto di nebbia, che quasi cela gelosamente il panorama all'osservatore, che tuttavia non riesce a staccargli gli occhi di dosso.
Friedrich è stato un pittore tedesco dell' epoca romantica, considerava il paesaggio con un rispetto trascendente, divino, e non a caso molte delle sue opere ritraggono eventi e fenomeni particolari come tempeste, albe, tramonti.
La sua tecnica pittorica rappresentò un innovazione nel suo tempo: invece dell'uso di tre piani per la descrizione di un paesaggio, Friedrich usò direttamente il primo e il terzo (lo sfondo), tralasciando il secondo, che era comunemente utilizzato come mediatore tra gli altri due. Il risultato era la visione immediata e lontana: agli occhi di uno spettatore ciò che gli si para davanti, seppur ben visibile, appare comunque lontano e difficile da dominare.
Si pensa che il quadro sia stato realizzato successivamente alla morte di un amico del pittore, allo scopo di commemorarlo: il viandante, nella simbologia religiosa cristiana, rappresenterebbe infatti la transitorietà della vita verso il destino ultraterreno: la montagna rappresenterebbe il raggiungimento a Dio, che si può solo ottenere varcando le nebbie dei peccati e delle azioni commesse in vita. Ma esso potrebbe anche essere interpretato come la solitudine dell'uomo di fronte all'immensità del mondo.

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