Vermeer, il pittore della trasparenza
Torniamo di nuovo in Olanda per ammirare la tecnica e la concezione artistica di Jan (Johannes) Vermeer (1632-1675), le cui origini sono poco note e avvolte nel mistero
: di lui fino alla giovane età si sa solo con certezza la data del suo battesimo, il 31 ottobre 1632.
Di famiglia protestante, Jan sposò una giovane ragazza cattolica Catherina Bolnes, ma si trattò di un matrimonio sfortunato, dettato dalle grandi differenze economiche (la famiglia della donna era più ricca di quella del pittore) e religiose, anche se alcune fonti contemporanee parlano di una conversione cristiana di Vermeer.
Importante tuttavia per lui fu la madre di Catherina, tale Maria Thins, una vedova protestante che aiutò Jan economicamente per il suo successo come pittore e nella sua vita di coppia, accompagnata da ben 14 figli. In onore della donna, Vermeer chiamò non a caso la sua prima figlia con il nome della nonna. Nonostante un discreto successo, l'artista morì povero, sconfitto dalla imprevista congiuntura economica sfavorevole causata dall'invasione francese nel territorio olandese, che svalutò notevolmente l'acquisto di beni di lusso come opere scultoree e pittoriche. Alla sua morte, Catherina utilizzò numerosi quadri del marito per pagare i creditori.
La tecnica di Vermeer è unica nel suo genere, usando una particolare tecnica denominata pointille (colore a punti piccoli e ravvicinati) in grado di creare l'effetto di trasparenza. Il risultato nelle sue opere, che posso essere attualmente ammirate a Roma nell'omonima mostra delle Scuderie del Quirinale fino al prossimo 20 gennaio 2013, è quello di dare vividezza e colorazioni così fresche, piene di aria.
Il successo di Vermeer all'epoca fu oscurato da un abile falsario, Han Van Megereen, che riuscì a vendere numerose sue opere spacciandole per lavori inediti del grande pittore olandese, che fu riscoperto progressivamente nell'Ottocento per giungere alla fama dei giorni nostri.
Vermeer - Il bicchiere di vino |
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