Il bianco e nero di Salomè
"Ho uno scopo: il grottesco. Se non sono grottesco non sono niente".
In queste parole si racchiude la stravagante personalità di Aubrey Beardsley, illustratore, scrittore e pittore inglese (1872-1898) che fu molto influente negli ambienti teatrali all'epoca di Oscar Wilde.
Interessanti a tal proposito, i lavori che realizzò per la rappresentazione teatrale di Salomè (opera di Wilde) e da cui oggi è tratta una delle sue più simpatiche illustrazioni.
Beardsley non visse a lungo, ma nei suoi ventisei anni riuscì a contraddistinguere il suo lavoro per le numerose contraddizioni figlie del suo tempo (fu accusato da molti suoi contemporanei di essere omosessuale e di aver avuto addirittura una relazione incestuosa con sua sorella minore Mabel): una società, quella inglese, capitalista e che iniziava allora ad abbracciare il gusto dell'imperialismo: un armonia contrapposta al disordine, all'incertezza determinata dal mercato e dagli scambi commerciali tra nazioni e culture diverse: un bianco e nero che Beardsley utilizzerà a tale scopo proprio nei suoi disegni.
L'artista era grande amico di Oscar Wilde e fu proprio per questo nel 1893 realizzò per lui le immagini dedicate alla prima rappresentazione dell'opera, che si tenne in Francia. Amava molto lo stile e i colori di taglio giapponese che utilizzava proprio nelle sue campiture piatte (copertura con colorazione uniforme di uno spazio delimitato in precedenza).
Beardsley - Salomè |
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