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sabato 10 marzo 2012

Michelangelo Merisi da Caravaggio - "I bari"


La difficile vita del Caravaggio

Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (1571-1610), poeta della tela ma dall'esistenza difficile e piena di vicissitudini. Nato a Milano, perse presto il padre e i nonni a causa della peste che in quel periodo stava decimando la popolazione. Iniziò presto un lungo periodo di apprendistato (presso maestri di scuola lombarda e veneta) che terminò nel 1592 quando Michelangelo si trasferì a Roma. Furono gli anni più importanti per l'artista, perché ottenne il riconoscimento sociale presso il cardinal Del Monte, con il quale era legato da un forte rapporto di stima e amicizia. 
La protezione di questo importante committente consentì al Caravaggio di frequentare i più importanti ambienti della nobiltà romana. Divenne in poco tempo uno dei pittori più ammirati ed osannati del suo tempo.
Dietro tuttavia questo incredibile successo, però, si nascondeva l'animo di un uomo ribelle e incline alla violenza: fu arrestato e processato numerose volte per risse, percosse, furti e una lunga serie di querele. L'episodio più grave avvenne nel 1606, quando Caravaggio ferì mortalmente un avversario durante una lite scatenata  nello svolgimento di una partita di pallacorda. Dopo questo tragico evento, l'artista venne condannato alla decapitazione e fu costretto a fuggire a Napoli, poi in un secondo momento, a Malta (da dove riuscì a fuggire mentre su di lui pendeva una brutta condanna a morte per aver litigato con un cavaliere) e in Sicilia. Al suo ritorno nel capoluogo campano, rimase brutalmente sfigurato dopo essere stato attaccato da alcuni cavalieri.
Tra il 1609 e il 1610 Michelangelo stava preparando il suo ritorno a Roma (il bando che lo aveva condannato a morte stava infatti per essergli condonato), ma durante il suo viaggio per nave a Palo (dove si stava recando in attesa della sua libertà) una parte del suo bagaglio, consistente in un opera che l'artista aveva preparato per pagare il suo riscatto, Il "San Giovanni Battista", venne per errore portato a Porto Ercole. Partito al suo inseguimento, Michelangelo cadde in preda ai dolori di una misteriosa infezione intestinale, morendo il 18 luglio 1810 dentro l'ospedale della confraternita situata sull'Argentario.
Il quadro di oggi racconta una truffa: un giovane ingenuo gioca a carte mentre il suo coetaneo confabula con il suo compare più anziano. Bellissima la precisione descrittiva, il tratto, con cui Caravaggio descrive il volto del giovane gabbato e l'atteggiamento losco e in combutta dei due bari.


Caravaggio - I bari


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