Derain, la raffinatezza del Fauves
Andrè Derain (1880-1954) è un altro esponente francese, come Matisse, della cultura dei Fauves, una tecnica di pittura che vede nell'uso del colore forte, acceso e messo con violenza la possibilità di esprimere "bestialmente" delle emozioni. Ne diede tuttavia una espressione diversa, più leggera e sovente e molto lontana dall'uso dominante che altri pittori ne facevano, dando ulteriore interpretazione e raffinatezza di stile.
Derain fece largo uso della prospettiva e del chiaroscuro, una sorta di ritorno a forme classiche, all'ordine, che molto sfruttarono anche artisti come Giorgio de Chirico e lo stesso Pablo Picasso. Attraversò anche un periodo gotico, fatto di nature morte e figure di elevata solennità, non condividendo, anzi, schierandosi nettamente contro le correnti in ascesa del surrealismo e del dadaismo, che definiva movimenti antiartistici. Dedicò molto interesse anche ai paesaggi, con tecniche sempre intese a sfruttare i contrasti dei pigmenti per evidenziare ancor pià il naturalismo delle tele, con forme rappresentative che ricordano molto i lavori del Caravaggio.
Fu anche costumista, scenografo teatrale e rifiutò, per ritirarsi sempre più in una misteriosa solitudine fino alla morte, un prestigioso incarico alla direzione della Scuola Superiore delle Belle Arti di Parigi.
Fu anche costumista, scenografo teatrale e rifiutò, per ritirarsi sempre più in una misteriosa solitudine fino alla morte, un prestigioso incarico alla direzione della Scuola Superiore delle Belle Arti di Parigi.
Derain - Arlecchino e Pierrot |
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