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martedì 27 novembre 2012

Marcus Larson - "Oceano all'alba"


Larson, il pittore del mare

Il tumulto della marea rappresenta spesso la continua guerra che combattiamo con il nostro cuore, scosso e spinto da uno scoglio all'altro in preda alla forza che la vita oppone su di noi. E' una frase ovvia dire che siamo come una barca in mezzo al mare, ma indica perfettamente l'impossibilità di poter avere il controllo di qualcosa, qualsiasi cosa. Siamo preda del vento e della forza dell'acqua. Ed è per questo che oggi ho scelto questo bravissimo pittore svedese, Simeon Marcus Larson (1825-1964), per raccontarvi questo stato d'animo.
Larson era figlio di un bracciante, ma in cerca di lavoro a Stoccolma conobbe un fabbricatore di selle che gli insegnò i primi rudimenti della pittura. In seguito l'artista frequentò la prestigiosa Royal Swedish Academy Arts, in cui prese l'importante decisione di dedicare la sua intera vita alla produzione artistica. Fuori dall'Accademia andò a Helsinborg per insegnare pittura, e proprio in quella località iniziò a raffigurare paesaggi oceanici, tanto da essere identificato come un pittore marino, sopratutto dopo un successivo viaggio a Copenaghen dove affinò ulteriormente la tecnica per descrivere questo ambiente con i pennelli grazie all'aiuto di un altro artista specializzato in visioni di mare, Vilhelm Melbye
Negli anni successivi viaggiò per la Norvegia per studiare fiumi, scorsi e sopratutto le cascate, prima di far ritorno in Svezia, dove nonostante il suo talento e alcune fortunate esposizioni morì quasi dimenticato a causa della tubercolosi, dopo che un incendio aveva distrutto la sua villa svedese dove il pittore aveva pensato di istituire una scuola di pittura.
Il quadro di Marcus Larson raffigura l'alba sul mare con una barca che va a fuoco
Larson - Alba marina

venerdì 23 novembre 2012

Raimundo de Madrazo y Garreta - "Lezione di musica"


Raimundo, un pittore sofisticato

Voliamo oggi in Spagna per parlarvi del realismo di Raimundo de Madrazo y Garreta (1841-1920), pittore le cui esperienze formative  e la formazione familiare (nato a Roma in una famiglia di artisti, tra cui il cognato Mariano Fortuny) lo hanno portato a sviluppare un stile di arte figurativa tra i più noti nel campo delle produzioni del diciannovesimo secolo.
Nel 1860 si trasferì a Parigi dove ebbe modo di distaccare la propria tecnica pittorica dai canoni tradizionali e accademici (che aveva imparato nell'Accademia di san Fernando) approdando ad uno stile morbido, molto raffinato e preciso in cui le opere raggiungevano un alto grado di sofisticatezza tanto da essere molto richiesto nelle esposizioni francesi e americane (Raimundo si era recato spesso a New York). Produsse nella sua carriera poco meno di cinquemila opere
Curiosamente l'artista non ha mai partecipato ad una esposizione in terra di Spagna, pur raccontandola attraverso i colori accesi dei suoi lavori, gli abiti dalla foggia elegante, gli atteggiamenti quotidiani e spontanei dei suoi soggetti. Nel 1882 fondò insieme a Giuseppe de Nittis L'Esposizione Internazionale di Pittura con lo scopo di promuovere gli artisti stranieri a Parigi.



La lezione di musica il quasdro del pittore spagnolo Raimundo de Madrazo y Garreta
Raimundo de Madrazo y Garreta - Lezione di musica

lunedì 19 novembre 2012

Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson - "Deposizione di Atala nella tomba"


Atala e Chactas: il lato drammatico dell'amore

Qualche tempo fa, con il bellissimo quadro di Chagall dedicato agli amanti al chiaro di luna, avevamo parlato del lato più romantico ed elevato dell'amore, quello che travalica la sua stessa concezione materiale e terrena per arrivare ad un grado più intimo e spirituale. Tuttavia, il quadro di Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson (1767-1824)che vi propongo oggi, e del quale ringrazio la carissima Valeria Minicilli per avermelo segnalato, ci offre un aspetto dell'amore completamente differente, da ribaltare addirittura quanto abbiamo detto finora.
E'il lato drammatico del sentimento, che vediamo benissimo nel sacrificio che Atala fa per non volersi concedere al giovane indiano Chactas, per colpa di un voto di castità che sua madre aveva fatto per lei all'atto della sua nascita. Il ragazzo, secondo il romanzo di François-René de Chateaubriand, era stato catturato dalla tribù della ragazza (era la figlia, di religione cristiana, del capo), e solamente per mezzo della sua intercessione era riuscito a salvarsi dalla pena di morte, finendo per tornare a casa insieme a lei.
Atala e Chactas nel tragitto avranno più volte modo di consumare il loro reciproco amore, senza tuttavia mai riuscirci per via di una misteriosa resistenza di lei a concedersi. Solamente l'intervento del missionario padre Aubry svelerà l'arcano e Atala, spinta dal desiderio di amare con tutta sé stessa Chactas, ma impossibilitata per via del voto di sua madre, decide di togliersi la vita.
Un amore così forte da uccidere, una trama che incontriamo in tantissime grandi opere letterarie come Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca, Tristano e Isotta ed Orfeo ed Euridice. Ma che in questo quadro colpisce con incredibile realismo: Chactas sofferente tiene per le gambe il corpo ormai senza vita di Atala tenendo il volto e le braccia giunte su di lei, quasi a volerla trattenere su questa terra. Il volto triste di padre Aubry, con gli occhi e la bocca chiusa, come se avesse scelto il silenzio per non disturbare il riposo ultraterreno della giovane.
Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson fu un pittore di stampo romantico che nella sua vita artistica cercò un suo stile personale, etereo per i suoi lavori, famosi soprattutto per la sua veridicità, così intima da svelare l'anima dei personaggi che ritraeva.

Il quadro di Girodet de roussy raffigurante la deposizione di Atala con l'indiano Chactas e il missionario padre Aubry
Girodet de Roussy - I funerali di Atala


domenica 4 novembre 2012

I maestri dell'animazione - Studio Ghibli - "La collina dei papaveri"


Studio Ghibli, un matrimonio tra cinema e animazione

Con oggi apriamo una nuova sezione di Sogno Dentro Un Sogno, dopo quella dedicata ai maestri del fumetto domenicale (con i quali torneremo molto presto) e alle opere di arte visiva non legate necessariamente alle produzioni su tela. L'arte infatti è poliedrica, investe tanti campi di applicazione e molto spesso il disegno è la base portante di elevati capolavori cinematografici: film di animazione, anime giapponesi, lavori in cui realismo e fantasia si intersecano e si sposano perfettamente tra loro.
Proprio a tale proposito, come primo ospite ho pensato al famoso Studio Ghibli, da anni operante nel campo degli anime (pellicole di animazione giapponesi)e noto ormai in tutto il mondo per il grande impegno che i suoi collaboratori hanno sviluppato per la diffusione di questo genere. Proprio il 6 novembre del 2012 uscirà in tutte le sale cinematografiche "La collina dei papaveri", ultimo lavoro in ordine di tempo dello staff fondato dal regista e fumettista Hayao Miyazaki nel 1985.
La bellezza del lavoro dello studio Ghibli (parola che in italiano sta ad indicare il vento caldo proveniente proprio dall'omonimo deserto, lo scirocco, scelto proprio da Miyazaki per il suo passato di aviatore) sta nel fatto di operare ancora sul campo del disegno a mano, in totale contrapposizione alla tecnologia di computer grafica digitale.
Tra i tanti film prodotti dai nipponici, ricordiamo "Ponyo sull scogliera" del 2008, "Arrietty" del 2010, "Il castello errante di Howl" del 2004.
Miyazaki e Studio Ghibli nel capolavoro la collina dei papaveri
Studio Ghibli - La collina dei papaveri

venerdì 2 novembre 2012

Robert Henri - "Ritratto di Gertrude Vanderbilt Whitney"


Henri, il maestro del nuovo accademismo

Vi parlo oggi di un bravissimo pittore e insegnante americano nato a Cincinnati che fu una figura di enorme importanza all'interno del movimento artistico della scuola di Ashcan (il cui scopo si incentrava nelle opere d'arte rappresentative della vita quotidiana di New York nei suoi quartieri più poveri): Robert Henri (1865-1929), figlio di John Jackson Cozad, fondatore, nel 1871, della città di Cozadale (Ohio).
Proprio durante una disputa degenerata in lite sul possesso di un terreno il padre del giovane Robert sparò ad un allevatore e fu costretto a fuggire a Denver, in Colorado, dove poco tempo dopo lo seguì il resto della famiglia.Sarà solo nel 1883 tuttavia, con l'ennesimo trasferimento dell 'intero nucleo familiare nel New Jersey, che Henri inizierà la sua carriera artistica producendo i suoi primi lavori ed entrando nel 1886 alla prestigiosa Accademia della Pennsylvania,dove abbracciò le correnti dell'impressionismo viaggiando anche all'estero arrivando in Italia e Francia.
Nel 1892 divenne insegnante di design per donne all'interno della scuola di design di Philadelphia.
In breve tempo lo studio dove Henri lavorava divenne meta di incontro per molti artisti contemporanei, nel quale si ridiscutevano tecniche e lo stesso impressionismo venne rivisto e valutato in base alle nuove concezioni che le numerose letture artistiche proponevano: venne quindi ridefinito come "nuovo accademismo".
La pittura di questo poliedrico artista (visse viaggiando moltissimo e organizzando mostre, rassegne, convegni sempre all'insegna dello sviluppo della tecnica e della filosofia dell'arte in continua evoluzione) è sempre tesa a rappresentare realmente ciò si mostra davanti al pittore: niente interpretazioni, ma la semplice visione esattamente come essa è: l'arte non deve essere separata in nessun modo dalla vita, così come la pittura equivale a dipingere unicamente solo quello che si percepisce dal vivo e senza intermediazioni.
La donna raffigurata nell'opera proposta oggi è Gertrude Vanderbilt Whitney, scultrice e mecenate americana che fondò a New York nel 1931 il Whitney Museum of American Art.
Henri, ritratto di Gertrude Vanderbilt
Henri - Gertrude Vanderbilt


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