La difficile Primavera nel tratto di Van Gogh
La Primavera non arriva veramente il 21 marzo.
Usiamo questa data come convenzione per ripartire in stagioni il nostro tempo, ma Lei non arriva improvvisamente seguendo l'inverno come nulla fosse. La Primavera ci accompagna tutto l'anno: la vediamo in quel minuto di sole in più che troviamo a gennaio, in alcuni fiori che sbocciano prima nei nostri prati, nelle giornate tiepide che incontriamo spesso nell'arco di tutto l'anno, anche quando siamo nel bel mezzo dell'autunno inoltrato.
La cerchiamo continuamente per il nostro rinascere quotidiano, consapevoli del suo potere di abbattere il freddo emotivo che spesso cerca di avvolgerci. La Primavera non è solo una stagione, è una speranza.
Non a caso la scelta dell'opera è stavolta caduta su questo bellissimo mandorlo fiorito del genio Vincent Van Gogh: un quadro che l'artista dipinse ispirato al Giappone e alle sue famose stampe (ukyio-e) in regalo all'appena nato nipote. La scelta del soggetto ricadde proprio sui bellissimi fiori di questo albero perché sono tra i primi a fiorire durante l'anno, nel periodo compreso tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo. Proprio a sottolineare la continuità e il senso di rinascita.
Questo olio su tela, tuttavia, pur essendo magnifico, reca in sè anche le sventure del suo grande creatore: in alcuni rami si nota facilmente come il tratto sia stato semplicemente abbozzato e mancano alcune rifiniture presenti in altre parti del lavoro, ad indicare i periodi di crisi in cui spesso il pittore andava soggetto.
1 commento:
La bellezza della modalità pittorica di Van Gogh!!!!! L’IMPRESSIONE di serenità per la bellezza ritratta e armonia nel cromatismo ma in realtà la drammaticità della mancanza di “sicurezza” data, appunto, dalla tecnica pittorica a macchie che di fatto rappresenta l’immanenza e l’imprevedibilità della vita.
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