Dalì: il surrealismo dei cigni e degli elefanti
Salvador Dalì (1904-1989) pittore di grandissime abilità tecniche il cui surrealismo (influenzato dai suoi studi sul Rinascimento) lo ha reso celebre in tutto il mondo. Personaggio stravagante e spesso talmente bizzarro da essere facilmente ricordato più per le sue stranezze che per i suoi capolavori, Dalì ha intrecciato molto spesso la sua vita anche con quella legata al mondo dello spettacolo, collaborando con scrittori, registi e scultori.
Dopo molto tempo torno a far parlare Salvador Dalì con una delle sue opere più particolari, discusse, enigmatiche: uno scorcio di natura in cui alcuni cigni, riflettendosi nell'acqua, diventano elefanti. Una visione onirica la cui spiegazione parte da una base razionale: ovvero la razionalizzazione, il prendere forma e visione del sogno, del delirio.
Solo in questo modo ciò che percepiamo a livello inconscio diventa tangibile e trasformato nell'immagine che realmente mostriamo di quello che è dentro di noi.
E' il contrasto tra leggerezza e pesantezza, nel collo dei cigni a cui si sovrappone il muscolare fisico deglie elefanti, così come la stessa natura intorno che esternamente è desertica, povera, arida. A cui si contrappone la nitidezza dell'acqua, la trasparenza.
La bellezza dell'opera di Dalì si racchiude così nella possibilità di un viaggio in cui l'uomo può ritrovarsi, realizzando secondo la sua personalità e quello che veramente desidera il dipinto di un viaggio che ognuno compie dentro si sè.
Dalì - Cigni che riflettono elefanti |
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