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domenica 25 ottobre 2020

Edward Hopper - I Nottambuli

La visione della solitudine moderna in Hopper

Cosa ci sta dicendo Hopper con questo quadro?

I suoi nottambuli, o ancor meglio, Nighthaws - Falchi Notturni come titolo originale dell'opera, prendono vita nel 1942, in questa famosa opera che è esposta nell'Art Insitute di Chicago. Il quadro venne realizzato da Hopper che fece da modello di sè stesso grazie ad uno specchio (l'uomo con il naso adunco al centro, da qui il titolo "falchi", che guarda verso il basso) e alla collaborazione di sua moglie Josephine. Vediamo chiaramente la scena in modo molto semplice: tre individui sono all'interno di un locale insieme al barman, è notte, le strade sono vuote.

Pochi elementi che però dicono molto: l'opera infatti va assolutamente studiata nella sua completezza ed espansione spaziale, andando a guardare proprio fuori del ristoro per capire meglio il suo senso, che è di autentico silenzio. Il quadro parla attraverso il non detto della strada vuota, del piccolo riquadro in cui sono contenuti i personaggi, la perfetta centralità dell'individuo seduto di schiena di cui non riusciamo a cogliere alcun particolare riconoscibile. Le quattro figure nonostante siano insieme nello stesso spazio, appaiono vuote, sole, e quasi distanti: lo scopriamo nel volto dell'uomo dal naso adunco che guarda verso il basso, mentre a fianco a lui la donna dai capelli biondi appare intenta a fare altro. Lo stesso barista appare distante dai suoi avventori, come avvertisse il disagio di quel momento e dell'ora tarda in cui quei suoi clienti notturni vanno a trovarsi lì.

E' un dramma fatto di solitudine, di individui che non condividono più nulla se non un luogo, ma senza essere realmente vicini. Hopper in questo quadro descrive l'anomia e l'assenza vitale della società americana dei suoi anni, ma il quadro oggi è perfettamente attuale.

Come i protagonisti del quadro infatti, ci troviamo oggi soli di fronte ad una società che ci appare sempre più lontana e che fagocita l'individuo nella sua grandezza (pensiamo proprio alla grande dimensione che il pittore mette nel descrivere il contesto a discapito dei quattro personaggi), un periodo storico più grande di noi dove anche chi ci sta accanto è distante e deve restare tale. Alla ricerca, tutti, del senso e di una soluzione al buio che ci avvolge: e che forse è una luce, come quella del bar di questo quadro, in grado di illuminare un notte così silenziosa.

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