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mercoledì 30 maggio 2012

Wassily Kandinsky - "Composizione 7"


Punto, linea e superficie in Kandinsky

Ripropongo oggi Wassily Kandinsky (Vasilij Vasil'evič Kandinskij 1866-1944), creatore della pittura astratta. Lo stile di questo straordinario autore è talmente grande da utilizzare il colore allo scopo di appiattire la forma ottenendo, alla visione dell'osservatore, il totale abbattimento delle barriere di spazio e profondità.
Ma non solo, utilizzando opposte colorazioni, Kandinsky ha giocato sul contrasto cromatico stravolgendone tuttavia il senso: due pigmenti diversi possono in sostanza esaltarsi nello stesso tempo senza che uno prevarichi sull'altro, una sorta di linguaggio del colore che parla e crea movimento, forma, azione.
Celebre a tutti gli studiosi d'arte il suo saggio sul  punto (elemento statico dell'opera, inizio dell'attività creativa), la linea (elemento del movimento)e la superficie (lo spazio, il contenitore dove l'opera prende vita).
Kandinsky - Composizione VII


lunedì 28 maggio 2012

Michelangelo Merisi da Caravaggio - "Medusa"


Lo sguardo riflesso della Medusa

La donna che trasformava gli uomini in pietra.
Nella mitologia greca Medusa era una delle Gorgoni, insieme alle sorelle Steno ed Euriale. Ragazza bellissima, fu violentata dal dio Poseidone, suscitando l'ira di Atena che la trasformò in un mostro orribile, dai capelli di serpenti, le mani di bronzo, le fauci di cinghiale e lo sguardo pietrificante.
Venne uccisa poi dall'eroe Perseo, che riuscì a sfuggire ai suoi occhi utilizzando lo scudo come specchio e facendo in modo che fosse la stessa Gorgone a riflettersi su di esso. Il giovane decapitò Medusa, consegnando poi la testa alla stessa Atena come prova della sua vittoria.
Anche in quest'opera emerge chiaramente la perfetta bravura del Caravaggio, che descrive nella semplice immagine del volto (impressa sullo scudo) il forte potere magnetico di questo personaggio mitologico, simbolo della bellezza ineffabile delle donne ma anche della perversione intellettuale della condizione umana.
Caravaggio - Medusa (Scudo con testa)

giovedì 24 maggio 2012

Andrè Derain - "Arlecchino e Pierrot"


Derain, la raffinatezza del Fauves

Andrè Derain (1880-1954) è un altro esponente francese, come Matisse, della cultura dei Fauves, una tecnica di pittura che vede nell'uso del colore forte, acceso e messo con violenza la possibilità di esprimere "bestialmente" delle emozioni. Ne diede tuttavia una espressione diversa, più leggera e sovente e molto lontana dall'uso dominante che altri pittori ne facevano, dando ulteriore interpretazione e raffinatezza di stile.
Derain fece largo uso della prospettiva e del chiaroscuro, una sorta di ritorno a forme classiche, all'ordine, che molto sfruttarono anche artisti come Giorgio de Chirico e lo stesso Pablo Picasso. Attraversò anche un periodo gotico, fatto di nature morte e figure di elevata solennità, non condividendo, anzi, schierandosi nettamente contro le correnti in ascesa del surrealismo e del dadaismo, che definiva movimenti antiartistici. Dedicò molto interesse anche ai paesaggi, con tecniche sempre intese a sfruttare i contrasti dei pigmenti per evidenziare ancor pià il naturalismo delle tele, con forme rappresentative che ricordano molto i lavori del Caravaggio.
Fu anche costumista, scenografo teatrale e rifiutò, per ritirarsi sempre più in una misteriosa solitudine fino alla morte, un prestigioso incarico alla direzione della Scuola Superiore delle Belle Arti di Parigi.


Derain - Arlecchino e Pierrot




mercoledì 23 maggio 2012

Henri Matisse - "La Stanza Rossa"


Matisse e il colore come descrizione dell'emotività

Henri Matisse (1869-1954)è sicuramente uno degli artisti più noti del ventesimo secolo.
Esponente di spicco della cultura dei Fauves (tecnica di pittura che prevede l'uso di colori accesi e violenti per esprimere le emozioni tralasciando gli aspetti reali della pigmentazione: da qui appunto la parola Fauves, ovvero "bestia").
Matisse fu grande amico e rivale sul piano delle opere di Pablo Picasso. Si occupò di nature morte, post-impressionismo, influenzato dalla cultura giapponese ma anche dalla tecniche di Pointillisme del collega Paul Signac.
Nel quadro proposto l'artista intendeva, con queste accese colorazioni, descrivere una forte emotività: non è un caso che proprio il rosso tenda a prendere tutto lo spazio della creazione, ponendo in secondo piano l'intero piano di colore della scena, dove è descritto l'interno di una camera borghese, dalla finestra della quale si intravede un paesaggio.
Henri Matisse - La Stanza Rossa


sabato 19 maggio 2012

Jack Vettriano - "Geometria Notturna"


Vettriano e l'erotismo romantico

Cosa si nasconde dietro la passione umana?
L'uomo e la donna si sono sempre attratti, è una magica alchimia che esiste da sempre e davvero non è spiegabile. Succede per alcuni in certe modalità  diverse per altri, in certe condizioni e con determinate persone e contesti. Non è prevedibile, è un impulso. Me lo chiedo spesso come funziona, e che significato ha accettare l'idea che esso non abbia proprio logica. 
Spesso è il caso che ci spinge verso certe persone, altre volte siamo destinati a sbatterci in maniera quasi predestinata. Ecco perché allora oggi mi è venuto in mente l'autore simbolo di questo blog, Jack Vettriano (nato nel 1951 in Scozia con il nome di Jack Hoggan), pittore che ha iniziato la sua carriera rielaborando le più belle opere dei maestri impressionisti per sviluppare poi un suo stile personale così elegante, raffinato e senza mai trascendente nel volgare: un erotismo romantico che gli vale attualmente un successo enorme in tutto il mondo e che ben si adatta all'idea del Sogno dentro un sogno.
Quante volte infatti vediamo qualcuno e lo desideriamo a tal punto da arrivare a sognarlo?
Vettriano - Night Geometry

venerdì 18 maggio 2012

Federico Zandomeneghi - "Il Risveglio"


Zandomeneghi e la bellezza dell'ordinario

Conoscevo già questo pittore grazie ad una mostra sugli italiani a Parigi, ma quando ieri me ne sono imbattuto casualmente ho subito deciso di proporvelo oggi. Federico Zandomeneghi (1841-1917) è stato un grande impressionista veneziano, il cui stile pulito e sempre ben definito, arioso, mi lascia ancora completamente estasiato come quando lo vidi esposto per la prima volta.
Anche lui, come Giovanni Boldini, aveva tratto dall'esperienza parigina, dove aveva vissuto per qualche anno, emozioni e tecniche che sulla tela si sono trasformate in classe, raffinatezza (specialmente perchè Zandomeneghi parlava molto della vita bohèmien a Montmartre): ecco che Parigi, vista nella sua immediatezza, lascia una parte del suo spazio anche all'aperto, al paesaggio, alla visione complessiva della città.
Come il suo collega Boldini amava molto le donne, ritraendole nei più emozionanti e provocanti aspetti della vita ordinaria: toletta, caffè, cappelli alla moda e locali di eleganza che lo avvicinanao molto anche al suo collega e grande amico Degas.
La bellezza del quadro di oggi è tutta racchiusa nel perfetto momento, l'istante in cui vediamo la giovane ragazza allungare le sue braccia verso l'alto nell'atto di svegliarsi, mentre sullo sfondo la domestica annuncia alla porta che la propria padrona è pronta a prepararsi per affrontare la giornata. E' la bellezza dell'ordinario.
Zandomeneghi - Il Risveglio

mercoledì 16 maggio 2012

Pablo Picasso - "Tre Musici"


Il cubismo sintetico di Pablo

Oggi ci è venuto a trovare uno dei più grandi maestri di pittura del XX secolo. Pablo Picasso (1881-1973), ha fatto dei colori la sua vita e la storia della sua persona. Già in giovane età aveva sviluppato un forte senso creativo ed artistico che aveva portato suo padre, anche egli un eccellente pittore, a regalare al figlio i propri strumenti da disegno e la tavolozza, riconoscendogli un talento incredibile. Non a caso già all'età di 14 anni Picasso fece la sua prima mostra a La Coruna. In questi primi periodi artistici le opere erano ancora piene di colorazioni vivacemente libere e particolarmente schematiche.
Picasso - Tre Musici























Nella vita privata, il maestro ha avuto numerose relazioni extra coniugali e quattro figli da donne diverse. Ma l'unica donna che decise di lasciarlo di propria iniziativa fu una giovane studentessa d'arte, François Gilot. E'proprio in quel periodo che le opere di Picasso divengono grottesche e cupe.
In questo particolare quadro, emblema secondo la critica, del cubismo sintetico dell'autore (si tratta di un movimento che vede all'interno di una rappresentazione la sovrapposizione di più figure, ottenuta con tecniche di collage o papier collé) vediamo tre figure: Arlecchino, Pulcinella e un monaco. Si può facilmente notare come l'opera, nonostante sia a due dimensioni, ne aggiunga una terza se si guarda all'intero complesso della stanza dove i tre personaggi si trovano, e che nello steso tempo la parete di sinistra è contraddittoriamente più lunga in modo non naturale di quella di destra.

mercoledì 9 maggio 2012

Edgar Degas - "L'Etoile"


Degas e la poesia della danza

Hilaire German Edgar Degas (1834-1917), autore di questa bellissima opera dedicata al ballo, era considerato un grande impressionista, condivideva con i suoi colleghi (Sisley, Renoir, Monet) la bellezza dell'arte esposta all'aria aperta agli occhi di tutti e non come una situazione elitaria privilegio di pochi. Il capolavoro come immediatezza, percezione dei colori nel momento stesso, il medesimo istante in cui l'occhio mette a fuoco e coglie l'immagine.
Esattamente come i suoi amici pittori, anche Degas amava dipingere velocemente, con rapidi tocchi del pennello, allo scopo di non perdere alcuna istantaneità del suo lavoro.
Proprio questo talento fece la sua fortuna economica: per molto tempo infatti la tavolozza fu il suo unico mezzo di sostentamento, e in età avanzata e con problemi alla vista fu invece l'uso della tecnica con pastello a dargli nuova linfa vitale: molti critici sostengono fermamente la bravura di questo maestro nell'adattare il suo lavoro al cambiamento delle condizioni di salute, senza tuttavia mai perdere in qualità.
Degas era inoltre molto affascinato dalle donne, spesso le ritraeva in toeletta, nell'atto di rimirarsi allo specchio, mostrando una particolare predilezione per le ballerine e la danza, descrivendole con una poesia di colori vivi e intensi.
Degas - L'Etoile

sabato 5 maggio 2012

Rembrandt Harmenszoon - "Il Festino di Baltassar"


Rembrandt, il pittore dell'età dell'oro olandese

Il pittore olandese Rembrandt Harmenszoon (1606-1669, proprio in un periodo storico definito l'età dell'oro per quanto riguarda la pittura in questa nazione) è il nostro ospite di oggi, presentandoci la sua tecnica in questa opera rappresentante il banchetto che l'ultimo re di Babilonia Baldassar fece profanando il vasellame sacro proveniente dal tempio di Israele. 
L'episodio narrato, tratto dall'Antico Testamento, vede proprio il sovrano banchettare avidamente con le sacre reliquie: ma alle sue spalle, tuttavia, una mano apparsa dal nulla scriverà sul muro la fine e la condanna del suo popolo. 
Lo stile di questo artista è inconfondibile, con forte preferenza del chiaroscuro e un perfetto uso scenografico della luce (di ispirazione caravaggista), presentando azione come teatro e senza eccessivi abbellimenti o particolari ridondanti o inutili. Emerge in ciò una forte compassione per l'uomo, una grande empatia, mettendo spesso sulla tela immagini dei suoi parenti trasformati negli "attori" dei suoi dipinti.
Rembrandt fu anche un ottimo ritrattista, ma i suoi lavori ispirati alle storie della Bibbia lo hanno reso celebre in tutto il mondo, in un periodo di estrema fioritura artistica per la cultura d'Olanda. Fu un attento osservatore della comunità ebrea che viveva ad Amsterdam, dalla quale trasse numerosa inspirazione. Ebbe diverse relazioni con numerose donne (l'ultima fu proprio la sua giovane domestica, Hendirckje Stoffels) vivendo spesso ben al di sopra delle proprie possibilità economiche, cosa che comportò per lui la bancarotta e la messa all'asta dei suoi lavori e delle sue proprietà.
Rembrandt - Il festino di Baldassar

giovedì 3 maggio 2012

Edward Munch - "L'Urlo"


Munch e l'angoscia dell'esistenza

Questo quadro vale la bellezza di 120 milioni di dollari, cifra pari a 91 milioni di euro: battuta ad un'asta di New York (da "Sotheby's", battendo "Nudo, foglie verdi e busto" di Pablo Picasso) proprio ieri, quest'opera è attualmente la più pagata al mondo. Un olio, tempera e pastello frutto dell'incredibile genio di Edward Munch (1863-1944), precursore dell'espressionismo.
Definito il pittore dell'angoscia, Munch ha dedicato i suoi lavori interamente a tematiche forti come la passione, la vita e la morte, che segnarono anche la sua esistenza, perdendo presto sia la madre che la sorella per colpa della tubercolosi. Nonostante la sua bravura e la fama sempre più crescente dovuta al talento e alla sua formazione artistica (frequentò l'accademia bohemien di Oslo in un periodo di grande fervore pittorico) sprofondò in una brutta forma depressiva che lo portò a bere e a commettere azioni inspiegabili (in una fotografia dell'epoca, Munch è ritratto mentre stava lavorando a maglia).
Lo stile della sua pittura è inconfondibile: colorazioni abbondanti, dilatazioni con linee sinuose e continue, forme storpiate e sempre in perenne tensione verso l'incombente. Anche l'amore è visto come l'annullamento reciproco che porta alla dissoluzione dell'esistenza.
"L'Urlo", simbolo proprio del disagio interiore dell'artista, rappresenta anche un momento autobiografico: durante una passeggiata in campagna Munch fu infatti colpito da un improvviso senso di scoramento, che lo ispirò nella composizione di questa figura terrorizzata il cui grido giunge fino al cuore dell'osservatore. Bellissima la dinamicità della scena, con alcuni personaggi sullo sfondo che appaiono distanti e incuranti del soggetto sofferente. Anche i pigmenti e la loro deformazione implicano uno stato di enorme agitazione e percezione del malessere.
L'uomo che ad un tratto si trova ad affrontare la paura auotogenerata del vivere è una figura scheletrica cadaverica che non può nulla di fronte all'ineluttabile destino del genere umano. La solitudine che colpisce il genere umano è solo il vero frutto di una realtà che nella bellezza dei sentimenti ci fa spesso dimenticare quanto siamo piccoli e impotenti davanti alla forza della natura e al cammino del proprio destino.
Munch - Urlo

mercoledì 2 maggio 2012

Francisco Goya - "Il Colosso"

Goya e il lato oscuro della pittura

Francisco Goya (1746- 1828), uno degli artisti più completi e poliedrici del panorama artistico mondiale. Nato da una modesta famiglia dell'Aragona, formatosi a Saragozza e successivamente a Madrid, Goya fu incisore, arazzista e ritrattista. La sua arte, sopratutto nei periodi più maturi, mostrò un forte lato oscuro e macabro in cui gli stessi soggetti ritratti erano criminali, oppure personaggi inseriti in situazioni di aspra violenza e ingiustizia sociale.
Molti dei suoi capolavori più controversi trattarono anche il tema della stregoneria, dietro l'uso della quale si nascondeva una forte avversione per la società in cui viveva, colpendo in tal modo l'aristocrazia dominante e il clero.
Il quadro che Sogno Dentro Un Sogno propone oggi è stato attribuito al pittore aragonese, anche se si pensa sia stato eseguito da un suo assistente, Asensio Julià. Il gigante dipinto potrebbe rappresentare la società spagnola che emerge dai Pirenei per combattere l'invasione napoleonica.

Goya - Il Colosso

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