L'estate se ne va alle nostre spalle lasciandoci nuovamente soli di fronte ad un nuovo inizio, ciclico come il tempo che passa, imperterrito nel suo incedere e svilupparsi nelle complesse trame dei nostri molteplici destini. E l'autunno che ora fa capolino quasi scalpitante nonostante il suo illusorio aspetto pigro e stanco ci ricorda che è lui il protagonista primo a ripartire e ad indicarci la via con i suoi colori, ne suoi giorni sempre più corti pieni di silenzio e di un innato senso di riflessione. E' l'unico momento sincero dell'anno in cui l'animo umano, tornato alla realtà dei fatti e dalle distrazioni delle false chimere proposte dai caldi mesi estivi trova il suo momento di guardarsi allo specchio e confrontarsi, nostalgico nelle foglie cadenti a raccontarci come siamo stati una volta e come siamo diventati adesso, parlandoci in prima persona.
Ammettiamolo senza riserve: l'autunno sotto questo punto di vista non ci piace, non è facile scoprirsi improvvisamente fragili di fronte all'incommensurabile potere della natura che ci costringe nostro malgrado a interrogarci come non abbiamo mai fatto prima sul reale senso delle nostre azioni e a trarre conclusioni che influenzeranno i nostri passi, considerando che il più delle volte camminiamo davvero senza sapere dove stiamo andando. Non è neanche lontanamente accettabile l'idea che per molti mesi dobbiamo ricominciare a correre, ma lo facciamo spinti ogni giorno dal desiderio concreto di fare qualcosa di importante per noi stessi e che ci dia significato.
Se l'autunno non esistesse per ricordarcelo, vagheremmo stupidamente per dare senso alla nostra vita quando il vero senso è proprio la vita. E per farvelo capire meglio da oggi riprendo questo cammino interrotto troppo a lungo -quasi due anni- per scoprire chi, molto prima di me e di voi cari lettori, ha cercato di raccontare la nostra esistenza attraverso le immagini dell'arte. Come sempre non lo faccio con la pretesa, peraltro impossibile, di trovare la verità nascosta che tutti cerchiamo costantemente, ma con l'animo sereno di chi vuole solo regalare un proprio punto di vista il più onesto possibile.
Non è un caso che ho deciso di ripartire proprio da Monet, uno dei miei autori in assoluto tra i più preferiti e straordinari che la storia dell'arte ci ha donato. Il quadro di oggi è perfetto: sullo sfondo di una città che vive e pulsa l'artista ci racconta un altra storia, spostando il punto di osservazione sull'effetto che l'arrivo della stagione autunnale crea nei colori degli alberi, nel riflesso dell'acqua sul fiume, dal senso di calma che traspare dall'immagine dipinta. La vita che va avanti mentre il tempo passa con le sue stagioni. E Monet si focalizza proprio su questo: da lontano, attento e acuto osservatore del cambiamento che relega in secondo piano il fumo della ciminiera che va verso l'alto e si confonde con le nuvole, come a separare in un sol colpo la pace interiore dell'autunno dal caos anonimo e assordante del contesto cittadino.
La città è più grande nella sua geometria, ma infinitamente piccola se rapportata alle dimensioni della vita umana. ecco perché il suo grigiore è distante dai colori vivi, esattamente come noi che prendiamo distanza dalla confusione e dai dubbi per ritrovare noi stessi pensando con calma a quello che sarà il nostro prossimo passo.
Sogno dentro un Sogno è tornato, in modo definitivo! Alla prossima opera!
Adriano
Monet - Autunno a Argenteuil |
Nessun commento:
Posta un commento